Onde telluriche
Grazie agli studi approfonditi di due scienze, la geobiologia e la bioarchitettura, siamo venuti a conoscenza che dallo scioglimento delle rocce sialiche formatesi dai magmi acidi, nel nucleo della terra, si creano delle onde telluriche.
Nodi di Hartmann
Uno dei fondatori della geobiologia, il dottore Ernst Hartmann, dell’Università di Heidelberg, nel 1950 scoprì l’esistenza di un reticolo e connessi nodi. La sua scoperta avvenne per puro caso, quando riscontrò un netto miglioramento nelle condizioni di una paziente, dopo che il suo letto venne spostato di alcuni decimetri, a questa sua scoperta seguirono molti studi, ricerche e sperimentazioni da cui nacque la conoscenza delle suddette fasce che presero il suo nome.
Nello specifico si tratta di bande di radiazioni, larghe 21 cm. di giorno e 60 cm. di notte che vanno da nord a sud e da est a ovest, e incrociandosi in continuazione tra di loro, formano un vasto e invisibile reticolo presente su tutta la costa terrestre, le cui maglie formano milioni di rettangoli da 2 mt. X 2,5 mt.
I punti d’incrocio sono definiti: Nodi di Hartmann o punti cancro.
Onde geo patogene
Queste scienze ci confermano che le onde telluriche provenienti dal nucleo della terra, e che attraversano faglie, gas del sottosuolo, fiumi, laghi, corsi d’acqua sotterranei, prendono il nome di onde geo patogene (geo=terra / patogene=malattie) in quanto stando a contatto con questi incroci si amplificano e diventano nocive per la salute di piante, animali ed esseri umani.
Hartmann studiò per 12 anni gli effetti patogeni prodotti su 24.000 topi di laboratorio. Dopo aver rilevato il reticolo nella zona dell’esperimento, Hartmann collocò delle gabbie con 12.000 topolini nelle zone neutre della rete. Mentre posizionò le gabbie con i restanti 12.000 sui nodi del reticolo, poi inoculò in tutti i topolini la stessa quantità di cellule tumorali. Nelle settimane successive constatò che i topolini che vivevano sui nodi si ammalarono tutti di cancro e morirono nel giro di 40 giorni, mentre la malattia crebbe durante i primi giorni nei topolini posizionati in zona neutra poi si stabilizzò per un lungo periodo. Alla fine del periodo di osservazione erano sopravvissuti 8.000 topolini. L’organismo, non indebolito dal campo di disturbo geo patico, era riuscito a vincere la malattia.
Le rivelazioni di Hartmann in merito all’esistenza del reticolo e la sua correlazione con le onde telluriche rappresentano solo la punta dell’iceberg perché si scopre che intorno al 1930 il Barone Hugo Van Pohl aveva portato una serie di statistiche che confermavano la diretta connessione tra stress geo patici e tumori. Egli a Vilsbirburg, una città della Baviera, aveva controllato la posizione dei letti di 54 persone morte di cancro in un anno. Dopo aver segnato una mappa dei luoghi geo patici della città, confermò che tutti i 54 soggetti abitavano in zone ad alto rischio geo patico.
Sin dall’antichità
La considerazione di queste tematiche addirittura possiamo riscontrarle sin dall’antichità, infatti gli insediamenti umani non sono mai stati casuali. Dolmen, obelischi, menhir, piramidi e grandi cattedrali ne sono un esempio. Era molto considerato l’aspetto “energetico”. Nulla era dato al caso.
Quando gli antichi romani dovevano analizzare il luogo sul quale fondare una nuova città, procedevano attraverso un sistema empirico: recintavano tale luogo e all’interno mettevano un gregge a pascolare. Dopo un anno, analizzavano il fegato delle pecore: se era sano voleva dire che il luogo era salubre; se, per contro, era ammalato, il sito non era ritenuto idoneo e ne cercavano un altro. Era possibile anche non dover attendere un anno. Per suggerire il cambiamento di località poteva bastare che le pecore tentassero di allontanarsi (non potendolo fare si radunavano tutte nel punto meno negativo).
Grande attenzione veniva data non solo alle risorse che un territorio offriva, ma anche alla sua “salute energetica”. Per percepire tale salute, si utilizzavano metodi legati ad abilità quali la radiestesia o le capacità rabdomantiche.
Pratiche attuali
Ancora oggi una simile pratica è riscontrabile presso i popoli nomadi, che prima di accamparsi, osservano dove vanno a riposare i cani e lì piantano le proprie tende. Questo avviene perché istintivamente il cane fugge dalle zone perturbate. Sarà pertanto inutile preparargli una comoda cuccia, se la si pone in un punto geo patogeno: il cane non vi si metterà mai. Se è obbligato ad usarla si ammalerà.
Al contrario il gatto ha una predilezione per i punti in cui si accumulano le onde telluriche. Questo animale sceglie sempre un luogo che sia carico di queste onde, forse perché la sua funzione è quella di riconvertirle nell’ambiente, con un fenomeno simile a quello delle foglie, che assorbono anidride carbonica emettendo ossigeno. Anche formiche e le termiti prediligono i punti molto carichi dei nodi d’incrocio per creare i loro nidi. Un comportamento simile è riscontrabile anche nelle api.
Se si mette un alveare all’incrocio di raggi tellurici, le api diventano talmente agitate tanto da produrre una quantità tripla di miele rispetto a quella abituale e, in autunno, sfinite, sciamano via dagli alveari. Infine sappiamo anche che civette e serpenti gradiscono luoghi patogeni invece cicogne e rondini preferiscono luoghi armonici.
Anche per i vegetali, che si mostrano molto sensibili alle zone geo patogene, si sono riscontrati effetti nocivi, tendenti alle difficoltà di attecchimento, di crescita, all’indebolimento della pianta e ad una maggiore vulnerabilità alle malattie. Quando un albero presenta una gran torsione del tronco, grosse protuberanze oppure quando tarda a germogliare rispetto ai suoi simili, che gli sono vicini, è sicuramente stato piantato su un punto geo patogeno.
Una zona negativa è resa particolarmente evidente anche ad esempio dalle siepi che, nella parte interessata, perdono vigore e ingialliscono.
Alcune piante gradiscono i luoghi geo patogeni: ortica, acero, frassino, nocciolo, vischio. Invece faggio, ciliegio, betulla, melo e pesco se crescono in luoghi patogeni producono tumori del legno. Nei luoghi patogeni salice e quercia muoiono. Il vischio che cresce specialmente sulle querce, è un parassita utile alla quercia perché si nutre di energia elettromagnetica e alleggerisce la quercia dal carico di energia negativa che la ucciderebbe.
Molte ricerche hanno confermato il rapporto diretto tra luoghi geo patici, tumori e altre malattie: depressioni, disturbi mentali, perdita di sonno e di energia, senso di stanchezza e spossatezza fisica e mentale, mal di testa, nausea, rallentamento delle funzioni metaboliche.